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Creme solari in farmacia: ecco come scegliere quelle giuste

giu 27, 2021

La protezione dai raggi solari è fondamentale per prevenire problematiche legate alla cute, la pelle necessita di cura e attenzioni per salvaguardarti non solo dalle bruciature del sole ma anche da tantissime altre patologie. Affinché tu possa proteggerti nel miglior modo possibile è necessario utilizzare creme solari che abbiano proprietà ideali per la tua carnagione. Nelle prossime righe analizzeremo le creme solari in farmacia migliori da acquistare e come scegliere quelle giuste per te.

Una protezione responsabile

Le radiazioni solari possono essere di diversa natura e influire in modo significativo a seconda della pelle con cui vengono a contatto. Le tipologie di radiazioni più conosciute provengono dai raggi UVA e UVB, questi ultimi stimolano la produzione della tanto amata vitamina D e sono gli artefici sia delle scottature che dell'abbronzatura della pelle; mentre i raggi UVA, con una più ampia lunghezza d'onda, sono particolarmente dannosi per la pelle poiché possono penetrare in profondità. Utilizzare una protezione responsabile che possa limitare l'invecchiamento cutaneo e le tantissime malattie della pelle è fondamentale.

Le protezioni di nuova generazione: creme solari in farmacia

Molti sono convinti che bisogna proteggersi dai raggi solari solo in estate, in realtà l'esposizione solare è particolarmente rilevante anche in primavera e in inverso in alta montagna. Fortunatamente puoi acquistare creme solari in farmacia tutto l'anno e usufruire dei tantissimi vantaggi che le formulazioni chimiche e fisiche garantiscono contro i raggi UVA e UVB.

Ma quali sono i fattori di scelta di una crema solare ottimale? Il primo parametro di scelta di una crema solare è il valore di protezione SPF, questo identifica il tempo di resistenza che ha il prodotto all'esposizione ai raggi solari; maggiore sarà il valore SPF e superiore risulterà il tempo di esposizione. Benché tu possa pensare che un prodotto di qualità abbia performance migliori, è opportuno sottolineare come qualsiasi protezione solare non garantisce una protezione efficace dopo le tre ore di esposizione al sole.

La scelta migliore: creme solari in farmacia

Quando sei di fronte a un'infinità di prodotti è difficile scegliere quello ideale per le tue esigenze, sebbene il consiglio migliore da seguire sia quello di consultarsi con il farmacista e valutare le sue opinioni a riguardo, non sempre si ha il tempo di farlo ed è importante valutare alcuni parametri per effettuare l'acquisto in autonomia; vediamo quali.

SPF: come già anticipato questo è il primo valore da identificare in una crema solare, se hai una carnagione molto chiara e non hai l'abitudine di esporti al sole, è opportuno optare almeno per una crema solare con un valore SPF 50+.

Formula: forse non sai che le creme solari possono essere prodotte con ingredienti naturali, sebbene siano presenti delle miscele miste, puoi scegliere un prodotto con un'alta percentuale di ingredienti naturali. In questo modo potrai sfruttare, per esempio, le proprietà anti-ossidanti della vitamina E.

Spray solare: se non ami le creme puoi orientare la tua scelta verso gli spray solari, questi sono molto più pratici e dispongono delle stesse identiche caratteristiche di una crema di qualità.

Acido ialuronico: alcune creme solari inseriscono nella loro formula gli acidi ialuronici, questi ti permettono di rinforzare la cute e proteggerti da potenziali rughe e inestetismi causati dall'esposizione.

Aroma: le creme solari disponibili in farmacia possono avere fragranze differenti. Potrai scegliere l'aroma che più soddisfa il tuo gusto e profumare anche dopo una giornata intera esposta al sole.

Autore: Farmacia Evoluta 07 apr, 2023
L'arrivo della nuova stagione è un ottimo pretesto per mantenere i buoni propositi e fissarne di nuovi. Che sia mangiare più sano o ripulire il garage, ecco alcuni suggerimenti per mantenere i buoni propositi.
Autore: Farmacia Evoluta 07 apr, 2023
Ci sono molti buoni motivi per interagire con i visitatori del tuo sito. Comunica loro le offerte e le ultime novità o tienili aggiornati con suggerimenti e informazioni.
Autore: Farmacia Evoluta 07 apr, 2023
Tratta di argomenti che conosci. Se non sai molto riguardo a un argomento specifico, che potrebbe interessare ai tuoi lettori, invita un esperto che scriva al riguardo.
18 ott, 2022
Oggi parliamo di spasmi muscolari, una patologia che provoca delle fastidiose e dolorose contrazioni dei muscoli. Prima di individuare quali sono le cause e i rimedi possibili per incontrare giovamento, vi consigliamo vivamente di rivolgervi alla vostra farmacia di fiducia e al vostro medico curante, a professionisti che sapranno indirizzarvi verso i migliori farmaci. Spasmi muscolari: tutte le cause Quando si parla di spasmi muscolari si intendono delle contrazioni involontarie dei muscoli, che possono portare a danni gravi a carico del sistema nervoso. A provocare questa patologia possono esserci disidratazione e carenza di minerali, distrofie muscolari, danni al metabolismo, eccessiva attività fisica. Le malattie che sono associate agli spasmi muscolari sono le seguenti: - angina pectoris - diverticoli dello stomaco e dell'esofago - reflusso gastroesofageo - tetano - miotonia - ragadi anali - infiammazioni dei nervi, compreso quello trigemino Ora che abbiamo sintetizzato quali sono le patologie correlate agli spasmi dei muscoli, ricordiamo e sottolineiamo sempre quanto sia fondamentale l'intervento tempestivo del medico curante che saprà consigliare la visita specialistica più adatta. I rimedi per gli spasmi muscolari Quando si percepiscono spasmi muscolari di differente tipo è necessario rivolgersi al medico e al proprio farmacista di famiglia che sapranno come prima cosa consigliare un rimedio naturale e un palliativo. Per prevenire gli spasmi muscolari è necessario fare attività fisica, allungamenti e stretching che possano irrobustire le fasce muscolari. In primo luogo, alcuni sport e alcune discipline come il nuoto sono davvero complete e benefiche per scongiurare qualsiasi tipo di danno muscolare. Se il dolore al muscolo è provocato da uno strappo o da uno stiramento, soprattutto dopo uno sforzo sportivo, si possono applicare le fasce elastiche e gli adesivi riscaldanti, compresi quelli che sono in grado di compattare e comprimere la fascia muscolare, oppure di rilassarla in base alle esigenze. Anche in questo caso è assolutamente fondamentale rivolgersi al medico, all'osteopata, al farmacista di fiducia. In altri casi sarà necessario integrare i sali minerali e bere molta acqua, soprattutto in caso di carenza di magnesio e potassio, e di disidratazione. In farmacia si possono trovare efficaci integratori a base di sali minerali e vitamina B, che contribuiscono a irrobustire i muscoli e a sostenere il fisico. Fatevi sempre consigliare dal farmacista di fiducia per qualsiasi tipo di integratore, e ricordatevi che questi dispositivi medici devono supportare una dieta sana ed equilibrata, ricca di frutta, verdure, proteine e carboidrati semplici. E se dovesse fare molto male? Per gli spasmi muscolari si possono utilizzare dei farmaci a base di ibuprofene, i cosiddetti FANS, ma ricordatevi sempre che si tratta di un rimedio a livello sintomatico e non un metodo che previene e cura. Uno stile di vita sano ed equilibrato, la corretta attività fisica e la giusta alimentazione sono i rimedi migliori contro gli spasmi muscolari: nei casi di problematiche più gravi, a livello nervoso, sarà necessario cominciare una terapia differente.
11 ott, 2022
Che cos’è il blocco intestinale? Il blocco intestinale è l’arresto del transito intestinale. Noto anche come occlusione intestinale, rientra tra le emergenze chirurgiche più frequenti fra quelle che si verificano nelle strutture ospedaliere. Necessita di un ricovero immediato. I movimenti della muscolatura intestinale possono cessare in maniera brusca oppure graduale. Talvolta, poi, la peristalsi coinvolge l’intero intestino oppure solamente un suo tratto. La chiusura dell’alvo comporta la mancata emissione di gas e impossibilità di espellere le feci. Nello specifico, vi sono tre differenti situazioni diverse dal blocco intestinale che è comunque opportuno distinguere: 1. la stipsi, dove nonostante le difficoltà, il passaggio di gas e feci risulta possibile; 2. subocclusione, dove il blocco è parziale e si registrano manifestazioni piuttosto frequenti e acute; 3. pseudo occlusione, dove per via di una stasi delle feci, la motilità risulta ridotta. Dopo quanto tempo si corre il rischio di andare incontro a blocco intestinale? Rispondere in maniera secca al suddetto quesito, risulta cosa impossibile, perché numerosi sono i fattori chiamati in causa: si va dalla scarsa frequenza di evacuazione ai dolori addominali più o meno ricorrenti, senza dimenticare eventuali pregresse operazioni chirurgiche all’addome o disidratazione. A fronte di eventuali problemi è sempre comunque necessario rivolgersi al medico di fiducia. Cause Innumerevoli sono le cause che possono provocare il blocco intestinale. Calcoli biliari, atresia intestinale, fecalomi, ingestione di corpi estranei, malattie di natura infiammatoria, come la rettocolite ulcerosa o il morbo di Crohn, ascaridiasi, tumori vegetanti o tumori infiltranti la parete sono le cause più ricorrenti. Sintomi In riferimento ai sintomi del blocco intestinale, è necessario sottolineare che, in primo luogo, il paziente appare sofferente, agitato, ansioso, spesso in stato febbrile e con problemi respiratori. Si registrano in genere un forte dolore addominale, spesso crampiforme che dopo aver raggiunto gradualmente il suo apice, tende a ridursi. Poi si avverte una forte sensazione di nausea che porta al vomito. Nei casi più acuti, a monte della sede di occlusione intestinale, si tende ad avvertire un evidente senso di gonfiore addominale. Diagnosi La formulazione della diagnosi avviene mediante radiografia all’addome: il suo scopo primario è quello di constatare un’eventuale distensione della cornice colica così come una possibile presenza di livelli idroaerei. Se il medico lo reputa opportuno, viene effettuato un prelevo di sangue in modo da valutare mediante emocromo se si è dinanzi a un caso di emoconcentrazione o dinanzi a una leucocitosi: nella prima circostanza, l’aumento dell’ematocrito comporta con ogni probabilità disidratazione; nel secondo scenario, c’è un aumento dei globuli bianchi. In casi urgenti viene effettuata anche una TAC all’addome, per verificare il livello dell’occlusione, e una colonscopia, utile per risolvere occlusioni dovute a volvoli. Rimedi In linea di massima, non occorre quasi mai la terapia chirurgica per risolvere il problema del blocco intestinale. Ricorrendo a un sondino naso-gastrico, si procede alla decompressione dei succhi intestinali e di quelli gastrici che tendono ad accumularsi. In seguito, si passa alla correzione dell’equilibrio idro-elettrolitico attraverso soluzioni saline sotto forma di infusioni endovenose. Anche il digiuno aiuta considerevolmente il paziente. Conclusioni Per evitare nuovamente il problema del blocco intestinale è opportuno prediligere l’assunzione di alcuni validi integratori al 100% naturali. Il loro scopo è quello di migliorare il transito intestinale. Per saperne di più, mettiti in contatto con noi.
04 ott, 2022
L'ibuprofene è uno dei medicinali più diffusi che viene spesso somministrato per attenuare i sintomi o addirittura risolvere in tempi brevi molti quadri e situazioni potenzialmente fastidiose, in particolare infiammazioni febbre e simili. Si tratta infatti di un medicinale che appartiene alla categoria dei fans, cioè un antinfiammatorio non steroideo che agisce inibendo la produzione di un gruppo di sostanze chiamate prostaglandine che sono molecole spesso coinvolte nelle infiammazioni. Per la precisione ad essere influenzate dall'ibuprofene sono gli enzimi ciclossigenasi Cox-1 e Cox-2. Perché si prende l'ibuprofene? Al di là delle specifiche tecniche farmacologiche l'ibuprofene è un ottimo antidolorifico e antinfiammatorio e si utilizza per ridurre le sensazioni fastidiose legate a nevralgie, mal di testa e dolori muscolo scheletrici come il torcicollo. Trova impiego anche contro i campi mestruali, il dolore traumatico e quello da strappo muscolare, distorsione, contusione e simili oltre che le situazioni post operatorie e post partum. L'ibuprofene viene anche prescritto per altre situazioni croniche come artrite reumatoide, artrosi, periartrite scapolare e omerale, spondilite anchilosante lombalgia, miosite, reumatismi intra ed extra articolari, fibrosi, sciatalgia, nevriti e morbo di Stihl, solo per citare le situazioni più diffuse. È un medicinale che si trova in farmacia al banco e che è adatto sotto determinate ipotesi anche ai bambini, per i quali svolge principalmente la funzione di antipiretico, cioè abbassa la febbre. Come si prende l'ibuprofene? Questo medicinale è disponibile in diversi formati, come granulato effervescente e compresse che vanno assunte rigorosamente a stomaco pieno secondo una posologia specifica, ovverosia con dosi che dipendono dall'effetto terapeutico e dall'età del paziente. L'ibuprofene deve essere prescritto dal medico in determinate situazioni con dosaggi molto precisi, ma è anche disponibile in farmacia come prodotto da banco e in questo caso è necessario leggere il bugiardino o foglietto illustrativo per capire se ci possono essere interazioni con eventuali terapie già in atto. Esistono anche delle pomate, alternative alla somministrazione orale, che si utilizzano per uso topico in particolare per attenuare i dolori cromatici oppure sono anche disponibili polveri con cui si fanno lavande vaginali e persino supposte e soluzioni per iniezioni intramuscolari, necessarie a volte per situazioni più gravi. Ci sono effetti collaterali nell'uso del medicinale? L'ibuprofene è un medicinale con un modo di azione piuttosto complesso. Innanzitutto può interagire con l'acido acetilsalicilico che in questo caso subisce una riduzione della sua azione cardioprotettiva, ma sotto la dose massima di 1200 mg giornalieri il medicinale è sicuro sotto l'aspetto del rischio cardiovascolare. Ci possono però essere alcuni effetti collaterali poco diffusi a livello gastrointestinale e altre manifestazioni, quindi prima è importante parlarne con il farmacista. Tra queste ricordiamo dispepsia, vomito e nausea, diarrea, crampi peggioramento delle coliti, gastriti e sintomi più specifici come le stomatiti ulcerative ma sono casi piuttosto rari. In alcuni casi sono stati segnalati disturbi come vertigini, mal di testa, sonnolenza, ipertensione, pruriti, rush ed eritemi, oltre che apnea e dispnea, interazioni con l'asma, la psoriasi e l'alopecia, dermatiti w persino convulsioni e depressione. Alcuni casi hanno anche portato anche emicrania e insonnia. Bisogna anche riportare come secondo alcuni studi l'impiego di FANS potrebbe aumentare il linfoma non-Hodgkin. Si tratta però di percentuali estremamente contenute nella casistica generale e per dosaggi spesso elevati, quindi si può tranquillamente considerare l'ibuprofene come un farmaco del tutto sicuro, anche in virtù della sua grande diffusione che premette di avere dati attendibili. Inoltre è un farmaco che viene impiegato in ambiente pediatrico dove i regolamenti sono estremamente stringenti. L'ibuprofene è uno dei migliori alleati contro tanti problemi e se si dovessero manifestare reazioni avverse è sufficiente chiamare il medico per valutare il quadro. Quali sono le avvertenze e le controindicazioni dell'ibuprofene Questo medicinale non può essere utilizzato liberamente in ogni situazione, perché come già visto ci sono alcune interazioni note. È di fatto controindicato nel caso di insufficienza renale, patologie gastrointestinali come emorroidi, ulcere e gastrite, compromissioni del quadro epatico, malattie respiratorie e come l'asma allergica. Non si può prendere in gravidanza, se non sotto stretto controllo medico, in particolare durante il terzo trimestre. Inoltre, dal bugiardino risultano interazioni note con alcuni farmaci. Fra questi si possono elencare diuretici, antidiabetici, antivirali antipertensivi, ace-inibitori, antagonisti dell'angiotensina II, gli anticoagulanti cumarinici, la ciclosporina, il fenobarbital, la digossina, la fenitoina e il litio. Quindi in questi casi prima di prendere un medicinale a base di ibuprofene, che si tratti di granuli, compresse, pomate o altro, è sempre bene parlarne con il tuo farmacista di fiducia per verificare se ci sono possibili fonti di rischio.
27 set, 2022
Il ciclo mestruale segue ritmi che cambiano considerevolmente con l'età e durante l'adolescenza può diventare davvero un disastro, soprattutto nel caso in cui gli ormoni stiano davvero riconfigurando del tutto la forma fisica. Si va da mesi in cui è quasi inesistente o addirittura non si presenta proprio fino a periodi intollerabili con mestruazioni multiple e copiose. Meglio quindi, imparare a capirlo e a rispondere in tempo alle crisi. Impara a gestire i primi cicli A volte il ciclo arriva con un ritardo preoccupante, mentre spesso si presenta a sorpresa e in anticipo. È il motivo per cui ci si trova sempre ad avere nella borsetta almeno un assorbente d'emergenza. Per molte ragazze è fonte di grande preoccupazione, anche se si tratta della maggior parte dei casi soltanto di una situazione transitoria e di paura legata all'inesperienza. Sin dalle prime volte sarebbe utile sottoporsi ad una visita dalla ginecologa per approfondire le problematiche che potrebbero essere nascoste dietro un ciclo irregolare. Anche se per tabù non se ne parla mai abbastanza è del tutto normale che nei primi anni non ci sia un ritmo affidabile e che almeno un biennio dopo il menarca, cioè la prima mestruazione, il suo presentarsi vada quasi completamente a caso. Quali sono le cause del ciclo irregolare? In adolescenza la causa principale di una tempistica disordinata per le mestruazioni è legata all'immaturità del sistema ormonale. Sono i primi due anni quelli più critici, quando il picco è forte e davvero imprevedibile. Con l'attività fisica e un'alimentazione sana e i giusti integratori che puoi scoprire in farmacia si può limitare la quantità di oscillazioni, nella maggior parte dei casi, quindi le irregolarità sono semplicemente legati a un esubero di ormoni oppure a una quantità troppo bassa rispetto a quella richiesta. Ci possono essere situazioni in cui dietro il fenomeno si nasconde qualcos'altro. Per questo è necessario parlare con una ginecologa e sottoporsi a una visita per scoprire se eventualmente si dovessero essere situazioni come la sindrome dell'ovaio policistico. Quali possono essere le irregolarità del ciclo mestruale? Per definizione il ciclo mestruale è definito come il periodo di tempo che intercorre tra l'inizio di una mestruazione e quello della successiva e si tratta di un periodo che in media è 28-35 giorni con la mestruazione effettiva che va da 2 a 7 giorni a seconda dei casi. Durante l'adolescenza le variazioni improvvise possono riguardare la durata, l'intervallo, la quantità e la qualità. Insomma tutti i parametri sono sballati e può essere molto utile segnarseli su un diario per capire più o meno come potrebbe evolvere sul lungo periodo la situazione. Se le mestruazioni sono molto frequenti e troppo ravvicinate potrebbe trattarsi di polimenorrea. Il caso opposto, invece, si chiama oligomenorrea. Quando invece ad essere interessata è la quantità avrai un'ipermenorrea per un flusso molto abbondante o un'ipomenorrea se è molto scarso. Questo non vuol dire che i dolori vadano di pari passo, purtroppo. Se però la combinazione è: mestruazioni molto lunghe e molto abbondanti la situazione viene chiamata menorragia ed è meglio consultarsi con la ginecologa. Se invece hai avuto il menarca da poco e a quanto pare il ciclo non vuole presentarsi, in generale non devi preoccuparti più di tanto, perché possono passare anche parecchi mesi fra questi due fenomeni e si parla di amenorrea secondaria. Se il periodo di tempo dovesse diventare molto lungo è sempre bene farti visitare per verificare che tutto sia a posto e per tranquillizzarti. Cosa fare per l'irregolarità le mestruazioni In generale le mestruazioni dovrebbero seguire tutto l'arco della tua vita fertile e avere ritmi regolari e tracciabili, ma come già detto nei primi anni questo non avviene e sotto qualche ipotesi può anche sembrarti un fattore abbastanza positivo, visto che comunque sono fastidiose e rischiano di metterti ko. Non bisogna però sottovalutare i problemi e le irregolarità e se la situazione non si stabilizza devi per forza farti vedere da una ginecologa. Non c'è niente di vergognoso o di strano. È il tuo medico per questo tipo specifico di situazioni e può darti soluzioni che tentate da sola potrebbero non dare buoni risultati. A fianco degli integratori e delle eventuali medicine che puoi trovare in farmacia ci sono tanti strumenti utili che possono aiutarti durante il ciclo irregolare, dagli assorbenti specifici per diversi tipi di flusso alle pomate per le irritazioni e tutto quello che serve per ridurre il mal di testa e fastidio. Inoltre in questa fase possono apparire anche dolori imprevisti e fenomeni molto fastidiosi come l'acne. In questo caso il tuo stile di vita è fondamentale. Devi regolare lo stress, perché è un periodo in cui farai molto sport, attività extra-scolastiche e dovrai comunque studiare. È importante migliorare la tua alimentazione, lasciando da parte il junk food, che è il nemico fondamentale del tuo sistema ormonale e preferire uno stile più salubre, aiutandoti anche con integratori specifici.
09 ago, 2022
Per colica renale si intende un dolore molto intenso e improvviso a livello lombare causato da un'anomala aggregazione di sali minerali a livello delle vie urinarie e trattabile con degli analgesici che trovi in farmacia. Intervenire in maniera tempestiva è utile non solo per attenuare la crisi dolorosa, ma anche per evitare possibili complicazioni. Colica renale: i sintomi Monolaterale oppure bilaterale, il dolore è continuo e trafittivo. In alcuni casi può estendersi all'inguine e alle cosce, mentre il più delle volte è accompagnato da nausea, vomito, febbre, brividi, pallore, difficoltà nella minzione, urine maleodoranti, torbide o con qualche traccia di sangue. La colica può essere di origine infiammatoria o di tipo ostruttivo. La crisi dolorosa quindi può essere generata da frequenti infezioni alle vie urinarie oppure dalla difficoltà del calcolo a raggiungere l'uretra in modo da essere espulso attraverso l'urina. Nei casi più frequenti il "sassolino" calcificato provoca delle lesioni durante il passaggio, ma può accadere anche che a causa delle dimensioni importanti occupi la cavità renale, compromettendo la funzionalità dell'organo. I calcoli renali sono il risultato di una dieta poco equilibrata caratterizzata da uno scarso apporto di acqua e un eccesso di sodio e proteine. Sono legati anche alla familiarità, ai disturbi del metabolismo, all'ipertiroidismo e all'abuso di farmaci. Come comportarsi in caso di colica renale: i consigli dalla tua farmacia In caso di dolore intenso e trafittivo, contatta immediatamente il tuo medico di fiducia. La diagnosi di colica renale può essere accertata solo mediante un esame ecografico, attraverso cui è possibile localizzare i calcoli e l'eventuale sofferenza degli organi interessati. Per approfondire la situazione, il medico potrebbe richiedere una TAC con o senza mezzo di contrasto. Il trattamento mira a liberare le vie urinarie e a calmare il dolore. Un analgesico in questo caso può ridurre i sintomi, ma non è in grado di agire direttamente sulla causa. Per favorire l'espulsione del calcolo, quindi, è importante aumentare il consumo di acqua fino a 2-3 litri al giorno. Per alleviare il dolore, applica una borsa dell'acqua calda sul fianco, in modo da poter stimolare la dilatazione dei vasi e semplificare il passaggio del sassolino. Qualora non dovesse essere sufficiente, il medico potrebbe consigliarti di assumere dei miorilassanti che trovi facilmente in farmacia. I principi attivi in essi contenuti contribuiscono a liberare le vie urinarie grazie alla loro azione rilassante e dilatante. In alternativa, puoi ricorrere all'efficacia della terapia orale (o litiasi chimica). Il trattamento punta a distruggere i calcoli renali mediante l'assunzione di speciali medicinali. Da qualche tempo, gli specialisti consigliano anche delle terapie che puntano a frammentare il calcolo renale attraverso un sistema basato su onde ultrasuono. La frammentazione extra-corporea non è assolutamente dolorosa e libera dall'ostruzione in poche sedute. Quella intra-corporea, invece, è più invasiva e richiede l'utilizzo di un particolare strumento chirurgico che risalendo l'uretere va a distruggere il calcolo, annientandolo in modo definitivo. È possibile prevenire le coliche renali? Più o meno il 30% delle coliche renali sfocia in una recidiva, motivo per cui la prevenzione è molto importante. Cosa fare in questi casi? Semplice: limita il consumo di cibi salati e proteici, evita gli alcolici, riduci l'assunzione di integratori alimentari a base di potassio e magnesio, bevi molta acqua (2-3 litri al dì) e segui una dieta sana ed equilibrata.
02 ago, 2022
Fare attività fisica con una certa frequenza è fondamentale per mantenere un buon equilibrio del corpo e della mente, perché aiuta a diminuire lo stress accumulato e migliora la qualità del sonno. Nelle diverse età quello che cambia non è la quantità di esercizio da fare espressa in ore, ma la qualità e sarebbe opportuno mantenere sempre un buon regime per evitare di dover recuperare, spesso faticando molto di più del previsto e soprattutto per non trovarsi in situazioni che possono mettere a rischio articolazioni e il sistema circolatorio. Quante volte bisogna fare esercizio? Fare attività fisica ogni giorno in maniera intensiva non solo non è utile, ma può risultare molto dannoso perché rende difficile il recupero delle energie e della fatica, così come il riassorbimento dell'acido lattico. È tuttavia fondamentale mantenere un buon ritmo durante la settimana, in base alla stagione ed evitare di far trascorrere troppo tempo tra una sessione e l'altra di esercizio per non perdere tonicità. In media la quantità consigliata per singola seduta è di circa 150 minuti al massimo, 2-3 volte alla settimana e 75 minuti come minimo, perché altrimenti non si può considerare attività fisica costruttiva e non si vedono risultati accettabili. A seconda dell'età inoltre quello che deve cambiare è la qualità dell'esercizio da eseguire e di conseguenza nel pieno delle forze si potrà sostenere uno sforzo più intenso, sempre attenendosi però alle regole del buon senso. Queste nel momento in cui si inizia a notare una risposta faticosa agli esercizi è il momento di smettere e di cominciare il defaticamento e lo stretching. Continuando a tutti i costi il risultato, oltre che naturalmente il rischio di lesioni a livello muscolare, dei legamenti e persino scheletriche, è quello di prolungare la necessità di tempo di riposo e di non ottenere i risultati che si desidererebbero. L'attività fisica deve sempre essere preceduta da un certo periodo di riscaldamento, non necessariamente intenso, e seguita da uno di rilassamento per consentire il rientro alla normalità ed evitare crampi notturni, pesantezza e dolore alle articolazioni. Sempre allenarsi preparati Gli esercizi devono essere proporzionati all'età e alla capacità di risposta, senza eccedere anche se ci si sente nel pieno delle forze. A volte è meglio allenarsi un po' meno e lavorare più sulle fasi di recupero e di stretching. È inoltre importante tenere sotto controllo tutte le possibili fonti di problemi come per esempio l'acido lattico o i piccoli strappi che devono essere trattati con la massima attenzione utilizzando bendaggi elastici che si trovano in farmacia e gli appositi prodotti come le creme per questo tipo di problemi. Per un buon allenamento serve anche un corretto apporto di vitamine ed eventualmente l'impiego di integratori mirati che trovi in farmacia per aiutare l'organismo e garantire le risorse saline necessarie, soprattutto con il caldo torrido dell'estate. Gli esercizi per mantenersi in forma possono essere sia fatti a corpo libero sia con l'ausilio di attrezzi ginnici di varia natura, sempre però considerando che in base al risultato che si desidera ottenere si possono trovare a scegliere differenti configurazioni, ad esempio pesi o molle elastiche. È anche molto utile fare esercizi non da soli, ma accompagnati da qualcuno che ci possa supportare nei momenti di massima fatica o che ci aiuti dandoci il ritmo. Questo non è necessariamente un personal trainer, ma può essere una persona amica che può risultare molto più utile di quanto si possa immaginare, proprio nel momento in cui si ha un calo o si sta cominciando a esagerare.
26 lug, 2022
L'incedere del caldo non aiuta sicuramente la mente e il corpo a ottenere il massimo delle energie, ti sarai sicuramente accorto di come la temperatura ambientale influisca sulla concentrazione e la voglia di fare durante il giorno. Il calco e l'afa sono due problematiche particolarmente fastidiose, ma come affrontarli nel modo migliore possibile per garantirti una giornata serena e piena di energie? Consigli per affrontare caldo e afa Quando le temperature superano i 35°C si ha una percezione molto forte di disagio legato al caldo, negli ultimi anni le ondate di calore sembrano sempre maggiore, quali accorgimenti attuare? Ripararsi nelle ore calde Uno delle condizioni da tenere in considerazione è il caldo forte nelle ore di punta. Evitare di uscire nelle ore più calde della giornata, dalle 11:00 alle 18:00, può ridurre notevolmente le tue sensazioni di disturbo legata al caldo, come nausea e forte sudorazione. Ambiente di ristoro Cercare di migliorare l'ambiente domestico è molto importante se vuoi ridurre al minimo i rischi legati all'afa e al caldo. Riscaldare troppo gli ambienti ti indurrà a una sensazione di malessere generale che potrebbe ripercuotersi sulle articolazioni e il sonno. Una temperatura media di 25-27°C sarebbe la più indicata per stare bene, ma ti sconsigliamo l'impiego del ventilatore nelle ore notturne. L'importanza dell'acqua Come è facile dedurre per abbassare la temperatura corporea è indispensabile bere acqua durante il giorno, assimilando molti liquidi. Tale condizione è vincolata all'acqua fresca e non fredda, quest'ultima molto più nociva del caldo stesso. Non bisogna esagerare con i quantitativi di acqua, è opportuno bere spesso e quando avverti una leggera sensazione di sete. Non bere troppo caffè L'assunzione della caffeina è particolarmente sconsigliata quando c'è caldo e afa. Questa stimola il corpo a una reazione di eccitazione, influendo negativamente sul benessere. Anche le bevande alcoliche devono essere limitate. Alimentazione leggera La digestione può influire sulla sensazione di caldo, affinché tu possa limitare questo disagio è opportuno che effettui dei pasti leggeri. La digestione di alimenti molto pesanti induce il corpo a una maggiore produzione di calore. Abbigliamento Non vi è ombra di dubbio sul fatto che sia molto importante vestire con abiti leggeri e di cotone per ridurre al minimo la sensazione di caldo e afa. Anche l'utilizzo di cappelli e creme protettive, quando sei esposto al sole, possono essere molto utili per sentirsi più freschi. Attività fisica Magari sei uno sportivo che ama l'attività fisica sotto il sole, tale comportamento è particolarmente pericoloso se non gestito nel migliore dei modi. Nel caso in cui dovessi necessariamente effettuare sport sotto i raggi diretti del sole, sarebbe opportuno assimilare molti liquidi e utilizzare degli integratori. Integratori Oltre ai rimedi più tradizionali per contrastare caldo e afa, si possono utilizzare anche prodotti dedicati a tale problematica. L'impiego di integratori è sempre più diffuso per riequilibrare le vitamine e i sali minerali che perdi con la sudorazione e le temperature eccessive. Nello specifico, gli integratori che possono essere più indicati sono quelli a base di magnesio e potassio. Assumendo una bustina prima di andare a letto, migliorerà anche la qualità del sonno. Dove rivolgersi: la Farmacia Non tutti gli integratori sono identici tra loro, ogni persona ha la necessità di assimilare vitamine e sali minerali indicati per corporatura ed età. Per garantirti la massima affidabilità è consigliabile consultare il farmacista di fiducia, questo saprà indicarti il prodotto migliore per le tue esigenze.
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